La recente interruzione di una nostra autostrada (“prevista per anni”), a causa del cedimento di un pilone, ci riporta con la memoria allo tsunami che ha colpito le coste del Giappone nel 2011.
Nelle settimane immediatamente successive, 813 chilometri di strade e autostrade (su 870 danneggiati dal terremoto) sono stati riaperti al traffico. Ma la società che ha eseguito il lavori “ha chiesto scusa perché non tutte le aree di servizio sono state ripristinate» con la stessa celerità!
Oviamente, la notizia ha fatto ridere molti italiani: “figurati se capitava da noi”!
Ma non è sempre stato così. Le cronache ci riferiscono che, all’inizio del 1900, la chiesa del Santuario della Madonna del Sasso (sopra a Boccioleto) era stata spazzata via per la terza volta da una valanga.
“Per lo sgombero delle rovine della Chiesa e il recupero delle cose (altari, quadri, statue ecc.) seppellite nella neve e nelle macerie… sono incaricati i tre manovali Emilio, Santino e Gottardo Robichon che, in otto giorni di lavoro, sgombrano tutto” ( vedi “All’ombra della Torre – Bollettino dei Boccioletesi” Nov. 1975 n. 11, p. 3-4).
Manteniamo pure tutte le dovute proporzioni ma… onore ai tre valorosi valsesiani. Senza mezzi tecnici, elicottero, pala meccanica. Sicuramente senza Commissioni d’Inchiesta, né Sottocommissioni, magari persino senza preventivo che si fosse triplicato al termine dei lavori?
A quei tempi non c’era un parlamento che si azzanava per fare (o non fare?) una legge anticorruzione.
Ogni tanto dovremmo essere soddisfatti di qualcosa: di aver avuto degli antenati Valsesiani onesti e lavoratori!
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