E noi, Valsesiani, cosa possiamo fare di fronte a queste prospettive (riportate da www.cipra.org/alpmedia )? Buona lettura e buone riflessioni…
Futuro dell’agricoltura di montagna
Presso l’Unione europea è in via di definizione la nuova Politica agricola comune (PAC). Secondo l'”Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nello spazio alpino” occorre considerare con particolare attenzione l’agricoltura di montagna. Ora l’Alleanza presenta un catalogo di richieste.
Gli agricoltori di montagna sono svantaggiati dagli attuali aiuti comunitari al settore agricolo. I contributi vengono ad esempio erogati in base alla superficie e non in base al lavoro richiesto. Con ripercussioni rilevanti per la biodiversità nelle Alpi: le aree difficili da coltivare vengono abbandonate, i paesaggi rurali tradizionali spariscono, così come le varietà di piante e animali locali. Questa la denuncia dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nello spazio alpino, una confederazione che raggruppa circa 200 associazioni di agricoltori e per la protezione della natura, provenienti in prevalenza dallo spazio alpino di lingua tedesca
L’Alleanza chiede che la nuova PAC, a partire dal 2014, tenga in maggior considerazione le particolari prestazioni degli agricoltori di montagna, con l’obiettivo di fornire un sostegno alla conservazione a lungo termine della straordinaria varietà biologica nelle Alpi. I contributi devono favorire la conservazione delle forme di utilizzo del territorio tipiche delle aree alpine e tener conto del maggior carico di lavoro necessario nelle aree montane.
Fonte e ulteriori informazioni: www.euronatur.org/fileadmin/docs (de)
parole sacrosante ! Il problema di noi agricoltori di montagna è stato messo a fuoco . Grazie per avermi fatto conoscere i colleghi delle Alpi. Ci vuole più rispetto per il lavoro e soprattutto non paragonare l’attività di agricoltura di montagna con quella delle aziende di pianura oramai tutte a livello industriale . Purtroppo tutto è misurato sul soldo ma ricordiamoci che in montagna ben difficilmente 2+2 da come risultato 4 .
In questo periodo stendo perizie per danni da cinghiale e voglio gridare a chi si riempie la bocca con la parola “biodiversità” che dove è stata rivoltata la cotica di un pascolo permanente di montagna si ha un danno enorme per la perdita di foraggere buone e peculiari ( c’ è erba e ci sono le foraggere),quindi perdita qualitativa e non solo quantitativa ! Discorso difficile per chi pensa che tutto si possa risolvere con il “soldo” (indennizzo).
Scusatemi per lo sfogo.