Benvenuti

Benvenuti nel sito di Rossa. Ve la presentiamo con le parole di don Ravelli:
“Pochi comuni vantano una posizione così amena come Rossa: il clima vi è straordinariamente mite, sicchè il suolo produce quasi ogni sorta di frutta, portando a maturanza perfino le pesche e l’uva. La posizione sua poi è delle più felici e le numerose frazioni che costituiscono il comune paiono seminate da una mano gentile delicatissima, che abbia a vuto cura di stenderle sul tappeto più verde e di disporle in modo che tutte abbiano a vedersi a valle e tutte possano inebriarsi al sole…”
(Luigi Ravelli “Valsesia e Monte Rosa” – Borgosesia, 1924)

         La recente interruzione di una nostra autostrada (“prevista per anni”), a causa del cedimento di un pilone, ci riporta con la memoria allo tsunami che ha colpito le coste del Giappone nel 2011.

Cede pilone autostrada, sopralluogo per riapertura A19

 Nelle settimane immediatamente successive,  813 chilometri di strade e autostrade (su 870 danneggiati dal terremoto) sono stati riaperti al traffico. Ma la società che ha eseguito il lavori “ha chiesto scusa perché non tutte le aree di servizio sono state ripristinate» con la stessa celerità!

Oviamente, la notizia ha fatto ridere molti italiani: “figurati se capitava da noi”!

Ma non è sempre stato così. Le cronache ci riferiscono che, all’inizio del 1900, la chiesa del Santuario della Madonna del Sasso (sopra a Boccioleto) era stata spazzata via per la terza volta da una valanga.

Per lo sgombero delle rovine della Chiesa e il recupero delle cose (altari, quadri, statue ecc.) seppellite nella neve e nelle macerie… sono incaricati i tre manovali Emilio, Santino e Gottardo Robichon che, in otto giorni di lavoro, sgombrano tutto” ( vedi  “All’ombra della Torre – Bollettino dei Boccioletesi” Nov. 1975 n. 11, p. 3-4).

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Manteniamo pure tutte le dovute proporzioni ma… onore ai tre valorosi valsesiani. Senza mezzi tecnici,  elicottero, pala meccanica. Sicuramente senza Commissioni d’Inchiesta, né Sottocommissioni, magari persino senza preventivo che si fosse triplicato al termine dei lavori?

A quei tempi non c’era un parlamento che si azzanava per fare (o non fare?) una legge anticorruzione.

Ogni tanto dovremmo essere soddisfatti di qualcosa: di aver avuto degli antenati Valsesiani onesti e lavoratori!

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L’interruption récente de l’une de nos autoroutes (“prévue pour des années”), à cause d’un pilier qui a cédé, nous fait repenser au tsunami qui a frappé les côtes du Japon en 2011.

Quelques semaines après,  813 kilomètres de routes (sur 870 qui avaient eu des dégâts) ont été à nouveau ouverts à la circulation. Mais la société qui a fait les travaux “s’est excusée  parce que pas toutes les aires fonctionnaient déjà”!

Évidemment cette nouvelle a fait rigoler un tas d’italiens: “tu parles si ça s’était passé chez nous”!

Mais ça n’a pas toujours été comme ça. Les chroniques nous disent que, début 1900, l’église du sanctuaire de la ‘Madonna del Sasso’ (au-dessus de Boccioleto) avait été délbayée pour la troisième fois par une avalanche.

Pour dégager les ruines de l’église et récupérer des objets (autels, tableaux , statues etc.) ensevelies sous la neige et les décombres… ont a chargé trois ouvriers: Emilio, Santino et Gottardo Robichon qui, en huit jours de travail, ont tout dégagé” ( cfr. “A’ l’ombre de la Tour – Bulletin de Boccioleto” Nov. 1975 n. 11, p. 3-4).

Nous parlons de bien d’autres proportions mais honneur aux trois vaillants valsesiens. Sans moyens techniques, élico, bulldozer…  Certainement sans Commission d’enquête, ni Sous-Commission, peut être même sans établir un devis qui serait multiplié par trois à la fin des travaux.

En ce temps il n’y avait pas un parlement qui se disputait pour faire (ou ne pas faire?) une loi contre la corruption.

De temps en temps nous devrions être satisfaits de ce qui se passait en Valsesia d’antan. D’avoir eu des aïeux honnêtes et travailleurs.

Nessun commento - 09 06 2015

       Nell’articolo n. 148 abbiamo riferito di una certa situazione ferroviaria – montana in particolare – della nostra Nazione. Integriamo con notizie d’oltr’Alpi, visto che siamo geograficamente in Europa. Ossia a pochi chilometri da realtà ben diverse dalle nostre, dovute a scelte e comportamenti anche loro ben diversi dai nostri.

Questo, non per flagellarci e “trovarci da dire addosso”. Al contrario! E’ per non abbatterci e per convincerci che possiamo farcela anche noi…! Come molti nostri vicini. Sì perché il tipo di attenzione alla montagna di cui ci riferisce  CIPRA alpMedia ( alpmedia@cipra.org)  (andiamo a leggerlo) é simile alla Svizzera, Austria, Germania…

In Francia è allo studio una revisione della legge sulla Montagna e la protezione dell’ambiente. Prevede “21 misure concrete… per un equilibrio tra protezione e sfruttamento. Lo sviluppo di un territorio montano vitale e capace di futuro passa attraverso nuove concezioni del turismo…  l’incremento del trasporto pubblico, in particolare quello ferroviario.

Fine della citazione.

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     Dans l’article n. 148 nous avons parlé d’une certaine situation ferroviaire – surtout en montagne – de notre Pays. Voici une intégration avec des nouvelles transalpines. Vu que la géographie nous place en Europe. A’ quelques kilomètres seulement de réalités bien différentes des nôtres, qui sont dues à des décisions et des façons de faire différentes des nôtres.

Cela non pas pour nous faire du mal ou nous abattre. Au contraire! Pour nous rendre compte que certaines solutions sont possibles. Comme nos voisins. Oui, parce que  le genre d’attention à la montagne dont parle  CIPRA alpMedia ( sur ” alpmedia@cipra.org ” – allons le lire) est le même qu’en Suisse, Autriche, Allemagne…   

 En France le Parlement étudie une révision de la loi sur la Montagne et la protection de l’environnement. Qui prévoit “21 mesures concrètes … pour un équilibre entre la protection et l’exploitation. Le développement de la montagne, vital pour l’avenir, passe à travers de nouveaux concepts du tourisme… l’augmentation du transport public, en particulier du transport ferroviaire“.

Fin de citation.

Nessun commento - 21 05 2015

Trascriviamo volentieri l’invito della                     Associazione  Geoturistica Supervulcano Valsesia – onlus

Domenica 24 maggio la prima escursione del 2015, sui principali luoghi di affioramento del supervulcano, in occasione della settimana dei geoparchi europei e del G&Tday, promosso dall’Associazione di Geologia e Turismo che, per l’ottavo anno, ne cura lo svolgimento d’intesa con il Ministero Beni Culturali.   

Nei giorni 22-23-24-25 maggio l’associazione è presente a Vercelli in occasione della manifestazione “Fattoria in città”, ospite dello stand FISAR con i vini del supervulcano e i produttori soci dell’associazione, in via Guala Bicheri, accanto alla Basilica di S. Andrea.
Giovedì 21, dalle ore 9 alle 12 laboratori per le scuole sulla conoscenza della storia e della natura del supervulcano attraverso l’analisi dei minerali: “Geogiochiamo: dai segreti delle rocce a un antico supervulcano”.
Venerdì, sabato e domenica esposizione di materiale dell’associazione e dei vini del supervulcano (Boca, Ghemme e Gattinara)

http://www.lafattoriaincitta.it

                        Aiutateci a divulgare.
Grazie. Cordiali saluti.
La segreteria

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Informazioni:  www.supervulcano.it       info@supervulcano.it

Nessun commento - 19 05 2015

    Henri Stragiotti abitava a Lione ma, pensando a lui, non si può non immaginarlo alla Piana di Rossa. La “sua” Piana.  E, pensando alla Piana, non si può non rivederlo lì. Infatti, quei luoghi e la sua persona erano strettamente legati. Perchè lui era originario di lassù.

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Alla fine di febbraio la brutta notizia: “é mancato Rirì”! Quanta tristezza!

Dopo la pensione dimorava alla Piana da maggio a ottobre con Bernadette. Circondati, d’estate, dalla famiglia, nipotini compresi.  Che adoravano il Nonno. Perché era sensibile, serio e amabile. Era disponibile per tutti, presente, discreto, rispettoso e attento.

La sua lunga vita non gli aveva risparmiato alcuni dolori che ha sopportato con tanta dignità ed equilibrio. Benché fossimo amici non l’ho mai sentito lamentarsi di nulla.

Si può dire che, fino all’ultimo, ha voluto risalire alla Piana anche se per periodi più brevi. Con la figlia Geneviève e la sua famiglia.

E’ stato l’ultimo guardiano della frazione perché, d’estate, gli ultimi abitanti erano spesso altrove, nei campi.

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I suoi nipoti (coraggiosi) hanno già fatto ritorno, anche loro, alla Piana con la neve e il freddo che non avevano conosciuto prima. Ma che il Nonno conosceva bene! Un’esperienza nel suo ricordo? Per continuare la tradizione?

Anch’io sono risalito alla Piana: colto per un momento dall’angoscia. Ma noi dobbiamo pensare che Rirì non avrebbe voluto vederci nella pena e che non è lontano da noi.

Lo immaginiamo sorridente mentre ci dice: “Non sono lontano, sono solo dall’altra parte del sentiero”.

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   Monsieur Henri Stragiotti habitait à Lyon mais, si l’on pense à lui, on le revoit à La Piana de Rossa. “Sa” Piana. Et si on pense à La Piana, on y revoit forcément Monsieur Henri. Les lieux et sa personne étaient en effet  étroitement liés, depuis toujours, car il était originaire de là-haut.

Fin février 2015 la mauvaise nouvelle: “Riri n’est plus!” Qu’elle tristesse! Depuis sa retraite il demeurait à La Piana de mai à octobre, avec Bernadette. Entourés, en été, par leur famille, petits-enfants compris. Qui adoraient Papy. Car il était sensible, sérieux et aimable. Il était disponible pour tous, présent, discret, respectueux et attentif.

Sa longue vie ne lui avait pas épargné des douleurs qu’il a supporté avec dignité et équilibre. Malgré notre amitié je ne l’ai jamais entendu se plaindre de quoi que ce soit.

On peut dire que, jusqu’au bout, il a voulu remonter à Piana même si pour des séjours moins longs. Avec sa fille Geneviève et sa famille.

Il a été le dernier gardien du hameau car, en été, les derniers habitants étaient souvent ailleurs, dans les champs.

 Ses petits enfants (courageux) ont déjà fait retour à La Piane avec la neige et le froid de ces lieux, qu’ils n’avaient jamais connu auparavant. Une expérience en souvenir de Papy?!  Pour continuer la tradition?

 Moi aussi je suis remonté à Piana: l’angoisse m’a emparé un instant.  Mais nous devons penser qu’il ‘est pas loin de nous et qu’il n’aurait voulu nous voir dans la peine. Nous devons imaginer Riri souriant, nous dire: “Je ne suis pas loin, juste de l’autre côté du chemin”.

Nessun commento - 19 05 2015

   La ferrovia era giunta a Varallo nel 1886. Ora, da quasi anno, è stato soppresso il servizio viaggiatori.

 Da Romagnano Sesia consentiva di proseguire: a sud per Novara (Alessandria, Genova…), ad ovest per Santhià (Torino…), ad est per Arona (Milano…).

Trascrivo alcuni articoli di giornali valsesiani relativi al servizio. Senza commenti.

 26 marzo:  “… i vagoni sono tutti di scarto… ci si domanda se, pagando noi come si paga nelle linee principali, non si aveva diritto d’essere trattati come sono trattait i viaggiatori di tali linee…. Le linee ferroviarie secondarie… sono povere e disprezzate cenerentole”.

15 ottobre: “Il materiale mobile che generalmente viene adoperato sulla linea Varallo – Novara continua ad essere tra i più scadenti. Vi sono vagoni in uno stato da far pietà… Ma non si potrebbe aggiungere almeno un vagone di 2° e uno di 3° classe per viaggiatori?”

Ah, scusate! Dimenticavo di precisare l’anno di questi articoli: era il 1887! Li riporta alle pagg. 98  e 100 del libro”Ottocento valsesiano” di cui abbiamo trattato all’articolo 83.

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Un treno velocissimo entrato in servizio recentemente tra Milano e Roma. Un train très rapide en service depuis peu entre Milan et Rome.

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     Le chemin de fer était arrivé à Varallo en 1886. Actuellement le service voyageurs a été supprimé.

A’ Romagnano Sesia il permettait de continuer: au sud pour Novara (Alexandrie, Gênes…) , à l’ouest pour Santhià (Turin…), à l’est pour Arona (Milan…).

Je transcris des articles de journaux valsesiens au sujet du service. Sans commentaire.

26 mars:  “… les wagons sont tous à éliminer… on se demande si, vu que nous payons comme sur les lignes principales, nous n’aurions pas droit à être traités comme ceux de ces lignes… Les lignes secondaires … sont de pauvres cendrillons méprisés.”

15 octobre: “Le matériel mobile qui est en général utilisé sur la ligne Varallo – Novara continue à être de mauvaise qualité. Il y a des wagons dans un état pitoyable…  Mais pourquoi ne pas ajouter un d’autre wagon de 2è et 3è classe pour les voyageurs?”

Ah, pardon! J’oubliais de préciser l’année des articles des journaux: 1887! On les lit aux pages  98 et 100 du livre “Ottocento valsesiano”, dont nous avons parlé à l’article 83.

Nessun commento - 03 05 2015

  Credo che a molti piaccia volgere, ogni tanto, lo sguardo al passato sfoglianodo libri che propongono foto in bianco e nero.

Se poi, in quelle foto, si riconoscono alcune persone e determinati luoghi, allora la mera curiosità lascia spazio anche all’emozione.

Nelly Micheletti e Guido Rossi hanno pubblicato, nel settembre scorso, più di 200 pagine di ricordi fotografici della “perla della Valsesia”, ossia Riva Valdobbia. Il titolo del volume: Riva Valdobbia e la sua gente – Immagini d’epoca dalla Valsesia. Ed. Compagnia della Rocca.

Ma se anche il lettore – come me – non conosce le persone e non conosce molto quei luoghi, gli sembra comunque di poter immaginare i suoi antenati. Si perché, in fondo, tutte le nostre valli si assomigliano in quanto a fatiche, gioie, lavori, case, alpeggi, strade.

Il libro – che copre praticamente un secolo – l’ho, dapprima, sfogliato ma poi l’ho davvero “letto” perché ogni scatto dice qualcosa. Anche le foto possono essere “lette”.

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Je pense que tout le monde aime bien revoir un peu le passé, même à travers un livre de photos en noir et blanc.

Et si l’on arrive à reconnaître, sur ces photos, des gens et des lieux, et bien la curiosité laisse la place à l’émotion.

Nelly Micheletti et Guido Rossi ont publié, en septembre dernier, plus de 200 pages de souvenirs de la “perle de la Valsesia”, c’est à dire de Riva Valdobbia. Le titre du volume: Riva Valdobbia e la sua gente – Immagini d’epoca dalla Valsesia. Ed. Compagnia della Rocca.

Mais si le lecteur – comme moi – ne reconnaît pas ces personnes et pas tellement ces lieux, et bien il arrive quand même à imaginer ses aïeux .

Oui parce que , au fond, toute nos vallées se ressemblent quant à fatigues, joies, travaux, alpages, maisons routes.

Le livre – qui couvre environ un siècle – je l’ai d’abord feuilleté et puis je l’ai lu”. Car on peut “lire” des photos noir et blanc!

Nessun commento - 30 04 2015

    Siamo in periodo di assemblee. Alle 21 del 30 aprile 2015 i soci della onlus “Frazioni Alte da Rossa a Tracciora” si riuniranno a Rossa (sopra la Posta) per l’assemblea annuale. Quest’anno anche le persone non socie sono benvenute perché si festeggiano i 10 anni dalla fondazione.

Siete attesi!

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    Immagine di repertorio: alcuni partecipanti ad una precedente                                                                assemblea (con rinfresco)…!

 

  C’est la période des assemblées. A’ 21 heures, le jeudi 30 avril 2015, les associés de “Frazioni Alte da Rossa a Tracciora” se réuniront à Rossa (au-dessus de la Poste) pour l’assemblée annuelle. Cette année même les personnes non associées sont les bienvenues, car on fêtera le 10è anniversaire de fondation. Alors on vous attend!

Nessun commento - 24 04 2015

    Fermo De Dominici é mancato nel gennaio scorso. Ciascuno di noi ha dei ricordi personali. Io rammento che, nei primi anni ’70, scendendo da Rossa a Boccioleto, per prendere la corriera per Varallo, passando davanti alla cappella di Oro di Boccioleto (dove era nato) si vedevano sull’altare pennelli e falconcini di vernice. Mio Padre mi aveva spiegato che un restauratore stava recuperando degli affreschi rovinati dall’umidità. In seguito ho saputo che si trattava di Fermo, che ho avuto la fortuna di conoscere bene. Pur essendo coetanei io gli ho sempere dato del “lei”, a causa di una mia autentica “venerazione” per le sue capacità! Io che nemmeno disegno tanto bene.

ll giornale “Vercelli Oggi” non ha esitato a definire le sue mani “miracolose”  nel settembre 2010 per l’inaugurazione  del restauro della cappella n. 40 sulla piazza del Sacro Monte di Varallo. E, di recente, “La Stampa” ha detto di lui che fu “il Maestro dei restauratori della Valsesia”.

Mi aveva confidato che, da ragazzo, quando una sua zia gli aveva detto che era dispiaciuta nel vedere in rovina una cappelletta nella Val Cavaione, lui avrebbe risposto “da grande la sistemerò io”.  E fu così!

Fermo ha recuperato un passato arrestandone il degrado verso la sicura  scomparsa, ma ci ha lasciato anche un futuro: i suoi figli Sara e Jacopo che sono validi quanto lui.

Tra le mie foto ne trovo una che lo ritrae con Ovidio Raiteri, mentre illustra dei dipinti in occasione di una “Giornata sui sentieri dell’arte”, organizzata dal Cai Varallo nel maggio 1992.

Io lo ricordo così: che guarda lontano, verso l’alto!

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    Fermo De Dominici est décédé en janvier dernier. Chacun de nous a des souvenirs. Moi, je me souviens que, dans les premières années 1970, en descendant de Rossa pour prendre le car à Boccioleto, direction Varallo, en passant devant une chapelle à Oro de Boccioleto (où il était né) on voyait sur l’autel des pinceaux et des flacons de couleurs. Mon père m’avait expliqué qu’un restaurateur récupérait des bas-reliefs bien abîmés par l’humidité. Par la suite j’ai su qu’il s’agissait de Fermo et je eu la chance de le connaître.

ll avait mon âge  mais l’admiration que j’avais pour lui m’a toujours empêché de le tutoyer! Moi qui ne dessine pas tellement bien.

Le journal “Vercelli Oggi” n’a pas hésité à définir ses mains “miraculeuses” en septembre 2010 pour l’inauguration de la restauration de la chapelle n. 40 sur la place du Sacro Monte de Varallo. Et, récemment,”La Stampa” en a parlé comme du “Maître des restaurateurs de la Valsesia”. C’est exact.

Il m’avait confié que, quand il était encore gamin, un jour l’une de ses tantes lui avait dit que ça lui faisait bien de la peine de voir une petite chapelle en ruine vers un alpage de la Val Cavaione. Et lui, il aurait répondu: “ne t’en fais pas, quand je serai grand, je récupérerai tout ça”. Et il en fut ainsi .

Fermo n’a pas seulement arrêté le déclin et perte d’un passé, il nous a donné aussi un futur: ses enfants Sara et Jacopo sont des artistes comme lui.

Parmi mes photos j’en trouve une où on le voit avec Ovidio Raiteri, alors qu’il explique des peintures à l’occasion de la journée de l’art en mai 1992.

Je le revois comme ça: qu’il regarde loin, vers les hauteurs.

Nessun commento - 18 04 2015


E’ convocata l’Assemblea ordinaria dell’Associazione “Supervulcano Valsesia” per

Domenica 19 aprile, alle ore 10.30, a Prato Sesia in Comune presso la sala Consiliare, Via Edmondo de Amicis 2,

 Questo il programma della giornata
    Ore 10,30: Elezione dei nuovi componenti del Consiglio Direttivo in seguito alla delibera dell’assemblea ordinaria del 15.2.2015 e presentazione escursioni e altre attività 2015.
     Ore 11,30: Il prof Alessandro Orsi presenta, in particolare, le escursioni geologiche “Sui passi di Dolcino”, che ripercorrono i luoghi di passaggio di Dolcino da Gattinara a Rassa, fino a Monte Rubello, dove l’eretico viene catturato e portato al rogo.
     Ore 13: pranzo presso il ristorante Il Millennium di Prato
     Ore 15: visita alle bellezze artistiche di Prato, che ha dato i Natali a Fra Dolcino, accompagnati dallo storico Claudio Sagliaschi.
         Possibilità di salita al castello (a piedi o in auto)
      Il costo della giornata è di 25 €.
E’ gradita la conferma e la prenotazione.
Chi è impossibilitato a partecipare all’assemblea può mandare la delega.

(Le votazioni sono riservate ai soci che hanno regolarizzato l’iscrizione 2015). Chi vuole far parte del direttivo e collaborare alle iniziative dell’associazione può scrivere  a info@supervulcano.it

     Con l’occasione si ricorda che venerdì 17 aprile, dalle 15 alle 19, al Sacro Monte di Varallo, presso l’edificio Chiossone, il dott. Edoardo Dellarole (presidente del Sesia Val Grande Geopark) tiene l’incontro conclusivo del secondo ciclo di lezioni del Laboratorio “Artificio” al Sacro Monte di Varallo da titolo: La pietra si fa arte. Dalla geologia all’architettura, alla scoperta delle rocce impiegate per la costruzione del sacro Monte di Varallo. http://www.supervulcano.it/news/224-17-aprile-2015-conferenza.html
 (Per recapiti vedi anche altri articoli sull’argomento).
  

Nessun commento - 16 04 2015

     Ancora il ricco costume di Rossa (in Valsesia) ci da l’occasione di tanti ricordi

Con la “Signora Rosa”. Siamo all’inizio del XIX° secolo. E’ ripresa davanti alla casa sulla piazza della Frazione Piana, con il suo primogenito… sul tavolo ee non in braccio o davanti. Chissà perché? Probabilmente perché non sfugga nessun dettaglio del costume.

la Mèmée

Aggiungiamo La foto a quelle degli artt. 40, 47, 79, 81, 82, 84, 104 e 106.

La “Nonna” (così era semplicemente chiamata non solo dai suoi numerosi nipotini, ma anche dai bimbi dei frazionisti e dei villeggianti estivi, figli di emigrati ritornati in loco per le vacanze scolastiche) svolgeva anche una funzione di “assistenza all’infanzia”. Nel piazzalino dietro alla sua casa, oppure – in caso di pioggia – nel grande salone che aveva ricavato dal fienile, si occupava di una dozzina di noi.

Mémée e bimbi

Quanti bei ricordi! Oggi sarebbe impensabile e proibito: permessi, corsi di psicologia da seguire prima di allacciare una scarpina al figlio del vicino di casa, permessi ASL prima di dargli la merenda, un pezzo di pane e cioccolato?

Da Lione tornava regolarmente per l’estate accompagnata dai suoi familiari e discendenti (a turno). E’ salita in quella Frazione Alta, priva di carrozzabile, fino all’ultimo negli anni 70 del secolo scorso.

Grazie “Nonna Rosa” per le belle ore trascorse tutti insieme, con semplicità!

    Encore le riche costume de Rossa (en Valsesia) nous donne l’occasion de quelques souvenirs.

Il s’agit de “Madame Rose”, début XIX° siècle, devant la maison sur la place de l’église au hameau Piana. Avec son aîné à côté d’elle… sur la table, pas dans ses bras ou devant elle. Pourquoi? Probablement pour ne cacher aucun détail de son costume.

Nous ajoutons la photo à celles de n° 40, 47, 79, 81,82,84, 104 et 106.

La “Mémé” (c’est comme ça que l’appelaient non seulement ses nombreux petits-enfants mais aussi tous les petits du hameau et les enfants des émigrés qui revenaient pour les vacances scolaires) faisait la “garderie”. Derrière la maison ou dans son énorme grenier qui devenait une salle en cas de pluie, elle s’occupait d’une douzaine de nous.

Ce qui serait aujourd’hui impensable et interdit: permis, lois sur la sûreté, suivre des cours avant de lacer les chaussures du fils du voisin, autorisations pour lui donner le goûter, un morceau de pain et chocolat?

Depuis Lyon elle revenait régulièrement pour l’été en compagnie de sa famille (enfants et petits-enfants, chacun à son tour). Jusqu’au bout, pendant les années 70 du siècle dernier, elle remontait dans ce hameau haut, sans route.

Merci “Mémé” pour ces belles heures passées tous ensemble. Avec simplicité.

Nessun commento - 11 02 2015

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