Benvenuti

Benvenuti nel sito di Rossa. Ve la presentiamo con le parole di don Ravelli:
“Pochi comuni vantano una posizione così amena come Rossa: il clima vi è straordinariamente mite, sicchè il suolo produce quasi ogni sorta di frutta, portando a maturanza perfino le pesche e l’uva. La posizione sua poi è delle più felici e le numerose frazioni che costituiscono il comune paiono seminate da una mano gentile delicatissima, che abbia a vuto cura di stenderle sul tappeto più verde e di disporle in modo che tutte abbiano a vedersi a valle e tutte possano inebriarsi al sole…”
(Luigi Ravelli “Valsesia e Monte Rosa” – Borgosesia, 1924)

In poco più di due ore di auto da Varallo (circa 100 km), si trova la Val Fomazza, nota in tutto il mondo per la sua cascata del Toce.

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Questa volta vincerà una copia del libro intitolato “Valle Formazza” di Ambrogio Galbusera (160 pagine con decine e decine di foto e cartine) il lettore che, per primo, indovinerà in quale Frazione di Rossa è ubicata la fontana qui fotografata (la 5°).

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Una particolarità (rilevabile dalla foto) la differenzia da molte altre fontane del Comune…

Per comunicare la risposta, utilizzare il “commento” qui di seguito. Buona fortuna!En deux heures environ de voiture depuis Varallo (presque 100 km), on se retrouve en Val Fomazza, connue dans le monde entier pour sa cascade du Toce.

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Cette fois-ci le premier lecteur qui devinera dans quel hameau se trouve la fontaine dont la photo est reproduite ci-dessous (la 5°), aura droit au livre “Valle Formazza” de Ambrogio Galbusera (160 pages avec des dizaines de photos et de cartes).

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Un détail, visible sur la photo, permet de la distinguer par rapport à la plupart des fontaines de la Commune…

Pour communiquer votre réponse, utilisez le commentaire ci-dessous. Bonne chance!

4 Commenti - 01 12 2013

E’ questo il titolo dell’opera di pregio, edita a cura del Comune stesso, della Regione Piemonte, della Provincia di Vercelli, della Comunità Montana Valsesia e di altre realtà locali che hanno inteso far conoscere e apprezzare questo territorio della Val Sermenza anche a chi non lo abita.

Il volume, presentato da Maurizio  Ambrosini, è composto da una parte descrittiva di puntuale e circostanziato contenuto, scritta con stile chiaro e di facile comprensione da Piera Mazzone. La seconda parte è iconografica, ben selezionata, a dir poco splendida, anche per la moltitudine di ottime fotografie.

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Innumerevoli le testimonianze artistiche del passato, in particolare di affreschi murali. Una vera e propria Bibbia affrescata in tante chiesette, cappelle e oratori, sparsi tra il verde e il manto nevoso dei territori limitrofi al Paese.

L’interrogativo del fotografo (Giulio Veggi) se si può imparare ad amare l’arte scorrendo le pagine di un libro, non può che avere una risposta affermativa. Le immagini che occupano una parte preponderante dell’opera non solo fanno apprezzare al lettore anche i particolari di dipinti, sculture o linee architettoniche, ma lo coinvolgono al punto di rendere il “viaggio” davvero emozionante.

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A pieni polmoni si respira inoltre l’aria tersa e frizzante della valle nel suo pregnante contesto ambientale e artistico. Il sottotitolo “Aria di ambiente e di Arte” rende in modo mirabile il contenuto. Buon viaggio!

Un’idea per un regalo di Natale apprezzato? Da aggiungere alle opportunità dei nn. 91, 83 e 77.

(MRV)C’est le titre du livre réalisé par la Commune, la Région Piemont, la Province de Vercelli, la Comunità Montana Valsesia et d’autres organismes locaux qui ont voulu faire connaître et apprécier cette zone de la Val Sermenza même à ceux qui ne l’habitent pas.

Le volume, presenté par Maurizio  Ambrosini, a une partie de narration précise et complète, écrite par Piera Mazzone avec un style clair et facilment compréhensible. La deuxième partie est iconographe, bien séléctionnée. On peut dire splendide, surtout parce qu’elle est enrichie par de nombreuses photos admirables.

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Une multitide de temoignages artistiques du passé, en particulier des bas-reliefs. Une vraie Bible à travers les églises et les chapelles dans le vert des prés et des bois ou dans le blanc de la neige.

La question que pose le photografe (Giulio Veggi) si l’on peut apprendre à aimer l’art à travers les pages d’un livre n’a qu’une réponse affirmative. Les images qui ont une place préponderante  dans cette œuvre font apprécier au lecteur non seulement les détails des peintures, des sculptures des lignes d’architecture, mais elles le prennent à tel point que le “voyage” devient vraiment émouvant.

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A pleins poumojns on respire l’air pur de la vallée dans son contexte d’environnement et artistique. Le sous-titre “Air d’environnement et d’Art” rend bien le contenu du livre.  Bon voyage!

Une idée pour les etrennes? A’ ajouter à celles des n. 91, 83 et 77.

(MRV)

Nessun commento - 24 11 2013

Non credo che si possa continuare a frequentare la Valsesia, “camminando su un supervulcano”, senza saperne di più. Anche perché, per alcuni aspetti, pare essere un evento unico al mondo!! (Vedi anche articoli n. 3 e n. 54). Io ho avuto la fortuna di leggere – con grande piacere – il libro del Prof. Silvano Sinigroi intitolato “L’incredibile storia del supervulcano del Sesia“. Si tratta di 80 pagine di un ottimo testo corredato da belle foto, alla portata di tutti. Anche mia, che mi ero appassionato di geologia e di mineralogia da ragazzo, grazie ad un insegnante di scienze formidabile. Ma poi avevo trascurato ogni approfondimento.

Un testo scientifico ma ameno:  cito qualche frase. “Era bello… dormire nel fienile sopra la stalla… con la mucca con l’insonnia che suonava il campanaccio.” E oltre: “Il record per numero di scivolate nei fiumi è stato di Luisella…” ed ancora: ” I geologi… se li vedete camminare lungo la strada, con l’attenzione rivolta più alle rocce che al traffico, cercate di non investirli… abbiate pena di loro… in fondo sono brave persone”. (Personalmente apprezzo molto l’auto-ironia, la considero la sincera modestia dei grandi).

Testo ameno ma scientifico: riporta anche un’ottima bibliografia per gli addetti. Il lettore inizia il libro per curiosità e lo termina sorpreso di aver capito tutto (o quasi) , di una materia non sua!

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Mi è parso super! (Come il vulcano d’altronde). Le informazioni sono molto precise per chi vuole rendersi sul posto.

Il prezzo del libro è molto contenuto. Edizioni Tipolitografia di Borgosesia s.a.s. – marzo  2012. Potrebbe essere una buona idea per le strenne.  Lo si trova al centro commerciale “Alla fonte” di Prato Sesia, a Borgosesia al Museo di archeologia in via Combattenti, presso la sede della “Associazione Supervulcano Valsesia” in Piazza Mazzini 19, e in alcune  librerie ed edicole. Ma anche a: Borgosesia, Varallo, Quarona, Mollia, Bocciolaro, Gattinara, Trivero.. e persino Vercelli e Torino.

Per approfondimenti c’è sempre il sito www.supervulcano.itJe ne crois pas que l’on puisse continuer à fréquenter la Valsesia sans en savoir davantage sur son supervolcan qui, pour certains aspects, la rend unique au monde. (On en a déjà parlé aux numéros 3 et 54).

J’ai eu la chance de lire – avec très grand plaisir – le livre du Prof. Silvano Sinigroi intitulé: “L’incredibile storia del supervulcano del Sesia” (L’histoire incroyable du supervolcan du Sesia). Il s’agit de 80 pages de belles photos et d’un texte excellent, à la portée de tout le monde. Scientifique mais amusant à la fois. Le lecteur commence par curiosité et à la fin il a l’impression d’etre devenu un connaisseur de la matière. Moi je dois dire que j’ai tout compri sans etre du métier!!!

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C’est super! (Comme le volcan d’ailleurs). Les informations sont très précises pour ceux qui veulent se rendre sur les lieux pour voir sur place.

Le prix du livre est tès contenu. Edition Tipolitografia di Borgosesia s.a.s. ( mars 2012).

Une bonne idée pour les etrennes! On le trouve à la Mairie de Vocca, au centre commercial de Prato Sesia (“Alla fonte”), au Musée archéologique de Borgosesia.

Nessun commento - 04 11 2013

IMAG2344Se n’è andata senza nemmeno attendere la complicità della neve, il cui peso l’avrebbe aiutata a morire. E forse avrebbe soffocato in parte il breve fracasso delle travi e delle pietre sconvolte nel crollo. Parlo della casa che fungeva da unico lavatoio e abbeveratoio della Frazione Piana di Rossa (vedi n. 70), fino al 1881,  sul sentiero che porta al Fej, di recente denominato “sentiero della libertà”. Il luogo è ancora chiamato amata “al puss” (il pozzo), cioè la fonte.

Il CAI Varallo, tramite Montagna antica montagna da salvare, aveva fatto un buon intervento di recupero dell’abbeveratoio e della cappella a fianco, miracolosamente risparmiati da questo crollo.

Di solito evito gli argomenti poco allegri ma, in questi primi giorni di novembre in cui ricordiamo i nostri morti, credo che possiamo dedicare un pensiero a quegli sconosciuti che hanno costruito, qualche secolo fa, sicuramente con grandi fatiche, pietra su pietra e trave su trave, quei veri monumenti che incontriamo, quando passeggiamo per il piacere del nostro “tempo libero”, a goderci la “natura incontaminata”, per “ricaricarci” lontano dall’odiato “progresso” di questa “vita moderna”. Della quale però non intendiamo assolutamente fare a meno non appena dovremmo rinunciare alle nostre – ma solo alle nostre – comodità. In quel caso, allora, tolleriamo inquinamento, rumore e tutto quello che le nostre egoistiche comodità pretendono. Questi nostri antenati, cosa direbbero di noi, oggi?

Negli ultimi 50 anni, nella sola Frazione Piana di Rossa, è collassata una decina di case (su 40). Personalmente non credo che sia colpa dei proprietari che non vogliono spendere. Perché, lontano dalla carrozzabile, è spesso follia tentare di evitare l’inevitabile. La maggior parte di quei fabbricati è ormai destinata a crollare.

Alcuni politici, per decenni, hanno invocato la mancanza di denaro per motivare la loro decisione di non realizzare strade in alcune zone montane. Ma oggi, tutti noi sappiamo che per le poltrone rosse, le auto blu e gli sprechi, i soldi non sono mai mancati.

Il desolante spettacolo è dunque solo la logica conseguenza di comportamenti tenuti per troppo tempo da chi poteva, ma non ha voluto, intervenire a suo tempo. Sono pertanto ridicoli e dispendiosi i congressi, convegni,  seminari,  tavole rotonde (che a volte finiscono su tavole rettangolari imbandite) in cui si dibatte su come e perché “salvare la montagna, la sua ricchezza, le sue tradizioni, la sua identità, la sua peculiarità e i suoi blablabla”. Perché, di fatto, non vengono quasi mai prese le misure e le decisioni adeguate.

Non ci resta che sperare in una rapida inversione di tendenza. Magari grazie a recenti provvedimenti dell’attuale governo?

In mancanza…  visto che mancano i soldi (per costruire strade) si dovrà forse pensare a percorsi “archeologici” a pagamento con visita alle rovine?

Nell’attesa, ben venga presto la neve a coprire per qualche mese lo scempio.

Per rivedere il fabbricato con il tetto… possiamo andare al n. 9.IMAG2344  Elle s’en est allée sans attendre la complicité de la neige. Dont le poids aurait pu l’aider  à mourir en étouffant le fracas des poutres et des pierres qui s’écroulent. Je parle de la maison qui était la fontaine et le lavoir du hameau Piana de Rossa (n. 70) jusqu’à la fin des années 1800,  sur le “sentier  de la liberté” vers l’alpage Fej. Le lieux est appelé “pouss” (puits, fontaine).

Le Club Alpin Italien (CAI) de Varallo, avec “Montagne ancienne avait retapé le toit de l’abreuvoir et de la chapelle qui n’ont pas étés touchés par l”éffondrement.

En général j’évite les arguments un peu tristes, mais à l’occasion de la Toussaint qui nous fait penser à nos morts, je crois que l’on pourrait avoir une pensée aussi pour nos ancêtres qui – il y a quelques siècles – ont bati ces vrais monuments, pierre sur pierre et poutre sur poutre, qu’il nous plait de rencontrer le long de nos paisibles promenades, pendant nos “loisirs”, pour nous “retaper”, loin du “progrès” que nous abhorrons tant. A moins qu’il s’agisse de nos comodités… alors là, nous acceptons la pollution de l’air, le bruit etc…  Qu’en penseraient nos ancêtres?

En 50 ans, j’ai vu s’éffondrer – dans le seul hameau de Piana – une dizaine de maisons (sur 40). Les effondrement ne sont pas dus à la faute des propriétaires qui ne veulent pas y mettre de l’argent. Car loin de la route c’est souvent fou de tenter d’éviter l’inévitable. La plupart des maisons là-haut est désormais destinée à tomber.

Certains politiciens, pendant des dizaines d’années, ont dit qu’il n’y avait pas d’argent pour construire les routes …! Mais aujourd’hui nous voyons tous que pour les fauteuils rouges, les autos bleues et le gaspillage, l’argent n’a jamais manqué.

Les effondrements sont tout simplement la conséquence logique d’une certaine politique. Mieux vaudrait donc éviter congrès, conférences, séminaires, “tables rondes” (qui souvent finissent sur des tables rectangulaires) où l’on parle des solutions pour “sauver la montagne, sa richesse, ses traditions, son identité, son blablabla”. Sans jamais  prendre les décisions adéquates.

Espèrons que les choses puissent changer au plus tôt. Peut être grâce au governement actuel?

Vu que l’argent manque (pour construire des routes) pourquoi ne pas penser à un parcours d’archéologie avec visite payante des ruines?

Souhaitons que la neige puisse arriver au plus tôt, pour ensevelir, pour quelques mois au moins, ce spectacle écœurant.

Pour revoir la maison avec son toit nous pouvons aller au n. 9.

2 Commenti - 31 10 2013

La tradizionale festa all’Alpe Selletto (Rossa) è fissata per la domenica 8 settembre 2013. Con il solito programma di massima.

Saremo presto più precisi.

Per il momento rimandiamo alle precedenti edizioni, ai nn. 67, 36, 18.

Arrivederci lassù.Cetta année la fete annuelle au Selletto (Rossa)  aura lieu le dimanche 8 septembre avec le programme habituel.

Nous serons plus précis bientot.

Pour le momento nous renvoyons au n. 67, 36 et 18.

Dans l’attente, aurevoir là-haut.

Nessun commento - 12 08 2013

Ricordiamo che sul sito www.caivarallo.it  – sentieri dell’arte – è possibile ottenere tutte le informazioni per le gite programmate in Valsesia dalla locale Sezione del Club Alpino nel mese di agosto.

Buone ferie dalle nostre parti!

 

 Sur le site www.caivarallo.it  – sentieri dell’arte – on peut avoir toutes les infos pour les ballades en Valsesia organisées pr la Section locale du Club Alpino Italiano.

Bonnes vacances dans les parages.

Nessun commento - 30 07 2013

Quando ero ragazzino, d’estate, lassù nelle Frazioni non raggiunte dalla strada carrozzabile, né dalla corrente elettrica e dunque in mancanza di TV ma anche di transistor a pile (così si chiamavano le radioline portatili), era difficile prevedere il tempo. Non solo per i prossimi giorni ma persino per il giorno corrente. Niente giornali, niente TG, niente giornali radio.

Ma c’era il buon Gian d’la Piana che sapeva scrutare il cielo. La giornata, in particolare nella stagione della fienagione, dipendeva dal sole o dalla pioggia.

Così, commentando il tempo (oggi diremmo la “situazione  meteorologica”) Gian d’la Piana mi insegnò a leggere nelle nuvole e nelle “nebbie” (che sarebbero le nuvole basse, quelle che – dopo la pioggia – nascono d’improvviso dal torrente e salgono velocemente lungo i versanti, verso le cime).

Ricordo che, sul versante di Rossa che guarda a pieno sud, se entro mezzogiorno si formavano nuvole alte, provenienti da ovest (da Boccioleto), allora entro sera il cielo poteva anche coprirsi del tutto e il temporale era assicurato.

Gian d'la Piana (col berretto). Anni '40,

Gian d’la Piana (col berretto). Anni ’40,

Per me era affascinante che Gian d’la Piana potesse, guardandosi soltanto intorno, capire che tempo avrebbe fatto! Crescendo ho poi compreso che,  d’estate, in montagna le nuvole si formano logicamente partendo dai monti innevati. Che in Valsesia vuol dire dal Monte Rosa.

Poi Gian d’la Piana passò ai proverbi. Eccone uno:

Quant al nebbii i van vers Fubel, mat via a ranza e tol cià u rastel.
  Quant i van vers a Val Granda, mat via u rastel e tol cià a ranza.”

1° traduzione per tutti:

“Quando le nebbie vanno verso Fobello, ritira la falce e prendi in fretta il rastrello.

Quando vanno verso la Val Grande, ritira il rastrello e prendi in fretta la falce.”

2° traduzioni per tutti, ma proprio per tutti:

Se le nuvole arrivano da sud e vanno verso verso nord, non tagliare il fieno ma ritira quello già falciato, perché sta per piovere. E viceversa: se le nuvole vanno da nord a sud, lascia pure il fieno tagliato sul prato e vai avanti a tagliarne altro: non pioverà.

La semplicità dei ragionamenti e l’ingenuità delle conclusioni può far sorridere. Ma devo dire che, ormai adulto, in occasione di un’escursione nelle vicinanze del Monte Rosa con dei conoscenti (miei conoscenti, ma non “conoscenti” di quei sani principi) quelle nozioni mi furono utili.  In breve: salimmo per dormire in un rifugio ben oltre i 2000 m, in una serata nuvolosa.  Nella notte si scatenò un temporale ma, al mattino, il cielo era “sereno dopo la tempesta”.  Di lì a poco arrivarono nuvole provenienti dal Monte Rosa e io dissi alla compagnia che la mia intenzione era quella di scendere rapidamente a valle. Fui deriso: “ma con questo cielo, vuoi rinunciare?” Io ero insistente. Ma anche loro. Alla fine dissi “va bene proseguo con voi e vi prometto che non vi rinfaccerò niente ma, secondo me, prima di sera ci prenderemo delle belle lavate”. La compagnia – me compreso – proseguì. Dopo circa un’ora, su un nevaio, la nebbia ci imprigionò. Grazie agli “ometti ” (piccole costruzioni di pietre), riuscimmo ad individuare un colletto che ci permise di scendere nella valle successiva. Come temuto si aprirono le cataratte. Acqua in abbondanza, tuoni e fulmini. Non mi arrabbiai con nessuno perché l’avevo promesso, ma ero molto arrabbiato con me stesso. Finalmente arrivammo in un alpeggio e la storia ricominciò: cielo improvvisamente terso, nuvolette veloci che si rincorrevano. Fui ancora facile profeta: dissi che io non mi sarei fermato per uno spuntino perché ormai le prospettive erano evidenti. Che di lì a poco ci saremmo ripresi un altro risciacquo. Nessuno si oppose e – alla gran velocità – zitti, zitti, tutti si incolonnarono sul sentiero e poi sulla mulattiera che ci portò ad Alagna. Nelle vicinanze trovammo rifugio in un fienile. Ma quant’ acqua quel giorno!

Troppe persone affrontano la montagna senza un pensiero in più. Oggi basta forse guardare il cellulare per aver indicazioni abbastanza attendibili sulle previsioni del tempo, ma spesso è meglio cercare di leggere nel cielo.

Caro il mio Gian d’la Piana!Quand j’étais ado, en été, là-haut dans les hameaux sans la route, sans électricité et sans télé ni radio, c’était bien difficile de prévoir la météo. Pas seulement pour les prochains jours mais aussi pour la journée meme.

Mais il y avait le bon Gian d’la Piana qui savait lire dans le ciel. La journée, en particulier pour les foins, dépendait du soleil ou de la pluie.

C’est ainsi qu’avec ses commentaires sur le temps (aujourd’hui on dirait sur la “météo”) , Gian d’la Piana m’a appris à lire dans les nuages et dans les “brouillards” (c’est à dire les nuages bas, ceux qui, après l’orage naissent imprévus et montent rapides du torrent vers les cimes).

Je me souviens que, sur le versant de Rossa qui regarde en plein sud, si avant midi il y vait des nuages sur les hauteurs coté ouest (Boccioleto) alors avant la soirée le ciel pouvait se couvrir entièrement et l’orage éatit assuré.

Gian d'la Piana (col berretto). Anni '40,

Gian d’la Piana (avec le beret, au centre). Années ’40.

Pour moi c’était fascinant que Gian d’la Piana puisse, en regardant seulement autour de soi, comprendre quel temps il aurait fait! J’ai grandi et puis j’ai compris qu’en été, en montagne les nuages se forment evidemment en partant des montagnes plus enneigées. Ce qui, en Valsesia, signifie du Mont Rose.

Et puis Gian d’la Piana m’a appris des proverbes. En voici un:

Quant al nebbii i van vers Fubel, mat via a ranza e tol cià u rastel.
  Quant i van vers a Val Granda, mat via u rastel e tol cià a ranza.”

1° traduction pour tous:

“Quand les brouillards vont vers Fobello, range ta faucille et prends tout de suite le rateau.

Quand ils vont vers la Val Grande’, range le rateau et prends tiout de suite la faucille.”

2° traduction pour tour, mais vraimentr pour tous:

Si les nuages arrivent du sud e vont vers le nord, ne fauches pas ton foin mais rentre celui que tu as déjà fauché patrce qu’il va pleuvoir. Et viceversa: si les nuages vont di nord au sud tu peux laisser ton foin fauché sur le pré et continue à faucher: il ne pleuvra pas.

La simplicité du raisonnement et l’ingenuité des conclusions peut faire sourire: masi je dois ajouter que – déjà adulte – j’ai eu l’occasion d’une excursion du coté du Mont Rose avec des amis qui ne connaissaient pas ces pricipes élementaires.

Bref: nous étions monter pour ciucher dans un refuge à plus de 2000 m, par une soirée nuageuse. Dans la nuit il y eut un orange violent. Mais le lendemain le ciel était tout bleu.  D’ici peu des nuages rapides arrivèrent du Mont Rose et j’ai alors pensé de renoncer à continuer l’excursion et de redescendre rapidement à Alagna. Mes copains insistaient en disant que la journée aurait été splendide et que ces petits nuages se seraient bien vite dissous! A’ la fin, pour leur faire plaisir je suis reparti avec eux après avoir promis que si le temps se serait mis au pire je ne me serais pas faché. Après une heure de marche sur la neige, nous étions emprionnés par le brouillard. Dieu merci des “ometti ” (petites constructions en pierre) nous permettaient de comprendre la direction à suivre. Jusqu’à un petit col qui nous permis de redescendre dans la vallée plus proche. Sous un orage terrifiant!Finalement arrivés à un alpage le ciel redevient bleu. “on va casser la croute”! Et moi j’ai dit”non, excusez moi mais je continue la descnte, pas d’illusions”! Mes amis m’ont suivi sans discuter.

La situation s’est tout de suite rèpetée: un autre orage qui nous a rincés pour la deuxième fois. Une grange: l’attente, la pluie qui cesse et puis à nouveau à la corse vers Alagna.

Trop de personnes affrontent la montagne sans réfléchir suffisamment. Aujoud’hui c’estr plus facile avec internet et les portables. Mais il faut quand meme savoir comprendre le ciel, les nuages, le vent.

Cher vieux Gian d’la Piana!

2 Commenti - 14 07 2013

Nel pomeriggio di sabato 22 giugno 2013 (con inizio alle ore 16) si svolgerà la festa di san Gian in frazione Piana di Rossa (VC). 25 minuti di di facile mulattiera. In programma: la Messa, l’incanto delle offerte, un rinfresco offerto dalla onlus “Frazioni Alte di Rossa”. La benedizione dei “mazzet“, con fiori particolari che, secondo la tradizione, allontanano i pericoli del fulmine.

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Ci aspettiamo di essere in tanti. Non manca l’allegria. Il lettore è invitato.

Nella foto, la funzione dello scorso anno.Dans l’après-midi de samedi 22 juin 2013 (à aprtir de 16 heures) aura lieu la fete de Saint Jean au hameau Piana de Rossa (VC). 25 minutes de sentier. Au programme: la Messe, les enchères des offrandes, un gouter offert par les bénévoles de l’association  “Les hameaux hauts de Rossa”. La bénédiction dei “mazzet” (bouquets avec des fleurs partriculières qui, selon la tradition, éloignnte les dangers de la foudr)e.

1206gioasangian 043

Nous devrions etre nombreux. La gaité ne manque pas. Le lecteur est invité.

La photo: la cérémonie de l’an dernier.

 Dans l'après-midi de samedi 22 jiun 2013 (à partir de 16 heures), se déroulera la fete de Saint Jean au hameau La Piana de Rossa (VC). 25 minutes à pied sur un bon sentier. Le programme: l Messe, les offrandes aux enchères, un gouter offert par l'association "Frazioni Alte di Rossa" (hameaux hauts).
La bénédiction des "mazzeit" (petits bouquets de fleurs particulières) qui - selon la tradition - éloignent les dangers de la foudre.
On y attend beaucoup de monde. Le lecteur est invité.

3 Commenti - 12 06 2013

Ecco una foto più completa della fontana di cui al n. 78. Subito indovinata da Maria Chiara.

È situata nel pieno centro di Rossa (VC)  non lontana dalla chiesa di San Rocco. Una peculiarità: il lavatoio non è collegato all’abbeveratoio ma staccato da esso. Lo si vede sulla sinistra.

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A presto con il concorso della prossima fontana da indovinare.Voici une photo plus complète de la fontaine du n. 78. Devinée immédiatement par Maria Chiara.

Elle est située en plein centre de Rossa (VC) près de l’église de San Rocco. À remarquer que le lavoir est complètement séparé de l’abreuvoir, on l’apercçoit sur la gauche.

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A’ bientot avec le concours de la prochaine fontaine à deviner.

Nessun commento - 10 06 2013

Poco prima dell’invenzione delle foto a colori qualche fotografo aveva già trovato una buona soluzione. Per niente cara e persino simpatica! Qualche pennellata sulla foto in bianco e nero.
E così due ragazzine in costume di Fobello (VC) – vedi foto sotto – si sono ritrovate, come per magia, con un foulard rosso fiammante e dei nastri verdi, blu e gialli!
Oggi questo ci può far sorridere perché basta avere un cellulare per fotografare qualunque cosa in qualunque luogo.
Ma 60 anni fa, la soluzione era ingegnosa. E dopo così tanti anni, i colori non sono nemmeno sbiaditi.

biene
Prem. Fot. Magnani – Varallo

Trascriviamo qualche notizia sul costume di Fobello (VC) 20 km da Varallo, tratte da www.casatabor-fobello.it/

“Il costume di Fobello ha origini antichissime, è prezioso e di grande bellezza, e fra i costumi valsesiani è quello dove il puncetto ha trovato l’impiego più ricco e vario.Fino a pochi anni fa era possibile incontrare quotidianamente lungo le vie del paese donne in costume intente alle faccende di tutti i giorni. Oggi questo accade solo durante le Feste Religiose e le Manifestazioni Folkloristiche.Il costume di Fobello è composto da una camicetta di lino dalle ampie maniche con colletto e polsini di Puncetto; uno scamiciato di stoffa blu scurissima, bordato di panno rosso intorno alle spalline e sul fondo. Un ricchissimo grembiule ricamato e ornato di Puncetto colorato, raccolto e annodato sulla schiena; un lungo nastro multicolore, tessuto a mano, annodato sopra il seno.Fanno parte del costume i nastri di seta blu e verde annodati fra i capelli, le ghette di panno nero ricamate e la giacchetta anch’essa in panno nero indossata per ripararsi dal freddo.Il costume ha delle varianti, ogni donna ha nel colore del costume un tratto distintivo che ne permette il riconoscimento: la donna sposata indossa colori diversi dalla nubile; la sposa e la madrina hanno accessori e colori che le contraddistinguono; la donna in lutto manifesta il proprio dolore e la durata di questo attraverso graduali passaggi di colore, dal costume tutto nero del lutto a quelli sulle tonalità del viola, del blu o del bianco e nero del mezzo lutto.”

fobelloJuste avant l’invention des photos en couleur quelque photographe avait déjà trouvé une solution pas chère du tout. Quelques coups de pinceau sur la photo en noir et blanc. Et voilà.

C’est ainsi que deux fillettes en costume de Fobello (VC) – photo ci-dessous – se sont retrouvées par magie, avec un foulard d’un rouge éclatant et des rubans verts, bleus et jaunes…!
Cela fait sourire aujourd’hui car avec un portable on photographie n’importe quoi et n’importe ou. Il y a 60 ans c’était une solution sympa. Il faut remarquer qu’après tant d’années les couleurs sont restées telles qu’elles.

biene

Prem. Fot. Magnani – Varallo

Et voilà quelques infos sur le costume de Fobello (VC) à 20 km de  Varallo, trouvées sur www.casatabor-fobello.it/

“Le costume de Fobello a des origines très anciennes, il est précieux et d’une grande beauté. Parmi les costumes de la Valsesia c’est le plus riche en dentelle (“puncetto“). Il y a encore quelques années seulement on pouvait rencontrer chaque jour des femmes en costume à Fobello.  Aujourd’hui  on en voit pendant les jours de fete. Le costume est composé par un chemisier de lin avec des manches larges à col et poignets en dentelle.  Un chemisier en étoffe leu très foncéavec des bords rouges autour des épaules et au bas de la robe. Un tablier très riche de “puncetto“, un ruban multicolore, fait à la main. Des rubans de soie leu et vert noués sur les cheveux. Le reste est noir. D’autres couleurs ont un signe de distinction: la femme mariéeou pas, l’épouse, la marraine, la veuve. ”

fobello

1 Commento - 03 06 2013

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